Respirare in città

A cura di Cinzia Farì, Amb. di Medicina Generale-ASL Latina Nord.

Numerosi studi hanno dimostrato che la continua esposizione giornaliera anche a basse concentrazioni d'inquinanti atmosferici, come si verifica nei grandi centri urbani, predispone all'insorgenza di patologie acute e croniche quali: disendocrinopatie, distonie neurovegetative, distonie psichiche, affezioni respiratorie (BOC, allergopatie, asma bronchiale, enfisema), patologie cardiovascolari e tumori. Si riconoscono due distinti tipologie d'inquinamento atmosferico:
Tipo I: classico-smog caratterizzato dalla presenza di SO2 e particelle di grandi dimensioni correlato soprattutto ad emissioni industriali che, tra le affezioni respiratorie, provoca bronchite;
Tipo II: moderno-fotochimica, caratterizzato dalla presenza di NO2, O3, VOCs e particelle respirabili (PM10), HC.Pb derivanti dalle combustioni di benzina e diesel responsabili dell'incremento delle allergie respiratorie.
I materiali organici volatili sono le principali cause dell'aggravamento dell'asma e sono altresì causa della compromissione della funzionalità polmonare, spesso motivo d'invalidità, nonché di ridotta qualità della vita. Valori di TSP (particolato sospeso) compresi tra 10-20microg/metro cubo (pari a 10microg/mtcubo di PM10) si associano ad un aumento dell'1% della mortalità giornaliera e del 3,4% della mortalità per cause respiratorie. Si stimano inoltre incrementi dell'1% dei ricorsi al Pronto Soccorso nonché aumenti del 3% delle esacerbazioni d'asma in soggetti affetti, del 0,7% delle affezioni delle alte vie respiratorie e del 3% delle basse vie respiratorie. (Xagena 2000)